(ANSA) - Università: direttori generali-rettori,collaborare su sanità Insieme a Palermo per valutare prospettive miglioramento
(ANSA) - PERUGIA, 23 GEN - Auspicano una più stretta collaborazione per "gestire al meglio le attuali criticità dei rapporti tra università e sanità" il Codau, associazione nazionale dei direttori generali delle amministrazioni universitarie, e la Crui, Conferenza dei rettori delle Università italiane. Organismi che si sono ritrovati insieme a Palermo per valutare le prospettive di miglioramento dei rapporti fra Atenei e Sanità e gli effetti della imminente riforma delle scuole di specializzazione medica. Ad auspicare una maggiore collaborazione sono in particolare il vice presidente della Crui, Roberto Lagalla, e il presidente del Codau, Cristiano Nicoletti. Il seminario "L'Università e la sanità" organizzato dal Codau si è svolto nell'ambito dell'assemblea generale dell'associazione che si è tenuta all'Università del capoluogo siciliano. Il tema è stato definito "particolarmente centrale" in questi giorni che vedono Governo e istituzioni universitarie impegnati nella riforma delle scuole di specializzazione e dei percorsi formativi dei giovani medici. Il decreto di riordino, attualmente alla firma dei ministri dell'Università e della Salute, prevede un cambiamento "importante" - si legge in un comunicato del Codau - anche per il percorso di formazione dei giovani medici. Gli specializzandi fanno infatti già oggi pratica in corsia, ma principalmente nei Policlinici universitari. Con la riforma, l'idea è quella di estendere il praticantato anche negli ospedali del territorio. Codau e Crui hanno voluto dare congiuntamente voce a proposte di miglioramento dei rapporti tra università e sanità e non sono mancate osservazioni riguardanti la imminente riforma raccolte in un documento che affronta diverse problematiche realizzato da gruppo lavoro sanità dello stesso Codau. Innanzitutto - prosegue la nota - il tema dei rapporti fra Università e Regioni. Una prima criticità riscontrata riguarda gli schemi tipo previsti dalla legge 240/2010, non ancora emanati e che avrebbero dovuto regolare i rapporti in materia di attività sanitarie svolte dalle facoltà mediche per conto del Sistema sanitario nazionale. La stessa normativa prevedeva inoltre l'istituzione di una Struttura di raccordo interdipartimentale che non sempre ha favorito un'effettiva razionalizzazione ed efficacia nei rapporti interni all'area biomedica e nei rapporti tra l'ateneo e gli ospedali di riferimento. Ulteriori ambiti di intervento, secondo quanto emerso nel corso dell'assemblea, hanno inoltre fatto riferimento alle recenti pronunce del Tar Lazio sui numerosi ricorsi presentati contro i test di ammissione al corso di laurea in medicina, i quali hanno posto agli Atenei statali "gravi problemi" di natura organizzativa, giudiziaria e reputazionale. A tale situazione vanno aggiunti, si legge nel documento, gli effetti "generati dall'incertezza sulla tanto attesa riforma ministeriale", in un primo momento orientata verso l'abolizione dei test, sulla quale i rettori hanno espresso le proprie perplessità, sia in ordine ai contenuti (non serve l'abolizione del test di ammissione a medicina, piuttosto sarebbe opportuno investire maggiori risorse nell'orientamento), sia in ordine ai tempi di attuazione della stessa. Secondo quanto emerso nel corso dell'Assemblea, "le incertezze decisionali hanno sicuramente penalizzato e complicato le ultime procedure concorsuali di accesso alle scuole di specializzazione sanitaria". Una certa preoccupazione è stata espressa anche relativamente alle nuove modalità di ammissione annunciate dalla Riforma che, aumentando la difficoltà di accesso nella stessa sede dove si è concluso il percorso di laurea, "potrebbero generare un ulteriore effetto negativo sull'attrattività dell'offerta formativa in ambito medico dei singoli Atenei". (ANSA).
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